Stop alle buste paga false, arriva il timbro digitale

Il problema

La busta paga è il primo documento che ci viene richiesto quando vogliamo accedere a un credito.

Quando abbiamo necessità di accedere a un finanziamento e ci rivolgiamo a un istituto bancario, a una società finanziaria o semplicemente a un soggetto della grande distribuzione per un piccolo acquisto, il primo documento che ci viene richiesto è sempre lo stesso: la busta paga.

E in un periodo di crisi economica, come quello attuale, si moltiplicano i casi di falsificazione.

Per tale motivo per i soggetti coinvolti nell’erogazione del credito, è importante disporre di strumenti per individuare le frodi, e proteggere i documenti cartacei dalla contraffazione.

La soluzione

Il timbro digitale è un contrassegno che si appone al documento in fase di stampa. A volte può assumere la forma di un codice a barre al cui interno è codificata l’impronta digitale del documento, autenticata dalla firma elettronica di chi lo ha emesso.

Grazie all’impiego di particolari algoritmi crittografici, questa è l’arma più appropriata per combattere la contraffazione dei documenti cartacei.

Come è nata l’idea ?

L’idea non è nuova, anche l’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) ha fornito indicazioni su come utilizzare il timbro digitale.
Tuttavia a seguito di una nostra approfondita analisi, tale soluzione, seppure teoricamente ineccepibile, non si è rivelata fattibile dal punto di vista pratico.

Per prima cosa non esistono strumenti flessibili per eseguire con facilità un controllo di autenticità di un documento. Nelle implementazioni proposte è addirittura richiesto l’utilizzo di uno scanner per effettuare le verifiche di autenticità. In un panorama digitale sempre più votato alla mobilità, tale dispositivo hardware non risulta di agevole utilizzo e non è nella disponibilità di tutti gli utenti. Pertanto fino ad oggi, l’assenza di strumenti pratici per la verifica del timbro digitale è stato sicuramente un freno alla sua diffusione.

In seconda battuta, prendiamo ad esempio un caso concreto: le buste paga predisposte dal MEF (Ministero delle Finanze) dove compare a fondo pagina il contrassegno digitale.

Busta paga MEF

Abbiamo notato la presenza di dieci codici a barre che sono stati miniaturizzati per essere inseriti sul foglio paga. Sono così piccoli che nelle nostre prove, tutti i dispositivi di acquisizione ottica che disponiamo, non sono riusciti a decodificarli. In altre parole sembrerebbe che il timbro digitale sulla busta paga del MEF sia lì solo per esserci, tanto è difficile verificarne in pratica la validità.
Che sia più un esercizio teorico piuttosto che una soluzione di facile utilizzo ?
Forse è proprio per i problemi che abbiamo messo in luce con i nostri test, che ad oggi la soluzione del timbro digitale non ha ancora trovato grande diffusione.

Le alternative

Le specifiche tecniche proposte dall’AgID, sulla carta sono senz’altro la migliore perché da un punto di vista normativo conferiscono al documento cartaceo lo stesso valore del documento digitale firmato elettronicamente, attribuendogli quindi valore legale.

Tale soluzione è indispensabile quando si parla di documenti cartacei sottoscritti in originale con firma autografa. Questo tuttavia non è il caso delle buste paga, per cui non è obbligatoria la firma da parte del datore di lavoro.

La nostra soluzione si prefigge lo scopo di individuare l’eventuale contraffazione di un documento a difesa dei tentativi di frode, senza voler fornire valore legale allo stesso documento.

Questa leggera differenza rispetto alla soluzione AgID ci ha permesso di offrire una soluzione efficace e alla portata di tutti.

Ad esempio è sufficiente uno smart-phone affinché chiunque possa verificare se una busta paga è stata falsificata al fine di alterare le capacità di reddito del soggetto indicato. Inoltre si possono visualizzare informazioni aggiuntive rispetto a quelle presenti sul cedolino del lavoratore, come la data in cui il documento è stato emesso e i dettagli del professionista che lo ha elaborato.

Nessun costo e libertà di utilizzo

La nostra soluzione può essere adottata da chiunque, perché è rilasciata come prodotto open-source, ovvero gli autori (più precisamente, i detentori dei diritti) rendono pubblico il codice sorgente, favorendone il libero studio e permettendo a programmatori indipendenti di apportarvi modifiche ed estensioni.

Un esempio di utilizzo

La semplicità d’uso è la caratteristica principale della nostra soluzione. Ecco come è possibile effettuare un semplice test:

- Scarica cliccando qui un cedolino paga di prova su cui è stato apposto il timbro digitale
- Installa l’app sul tuo smartphone

Google Play badge
- Verifica l’autenticità del documento

Sicurezza

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